lunedì 2 marzo 2015

Elogio di San Sebastiano al Vesuvio.



I raggi di sole fendono prepotenti il silenzio della Domenica, quando due o tre macchine attraversano furtive e spietate le strade intorno al centro. Il silenzio della Domenica pomeriggio ha una vocazione  universale e una missione rasserenatrice. Affacciato alla finestra di Clermont, il silenzio mi ha trascinato nelle giornate agostane, ardenti e sospese, della mia città: la luce è battente e ipnotica, infuoca i sampietrini della piazza deserta dove si impone, rassicurante, la Chiesa.

Quando viene Settembre, le carte schioccano fragorose sui tavoli da gioco degli anziani del paese; a colpi interrotti e costanti le tazzine di caffè incontrano il marmo, è una sinfonia familiare, ritmata dal trafficare laborioso del Bar in centro. Qui il vento sfoglia il Corriere, porta via la cenere di sigarette che avvolgono le chiacchiere di piazza. Mi sembra di sentire il trombone della banda nelle processioni, da bimbo, al braccio di nonna. Questa terra è un cesto di radici che odora di migliaccio e pasta al forno.

San Sebastiano si lascia amare da lontano, quando lo sguardo non incontra più il Vesuvio. Nelle ore lontane,  fa tenerezza l’umanità di paese che pareva goffa e, talora, così detestabile quando salta in scena. Lì, la vita dei giovani è serena e distesa, è forse di attesa. Quella terra di provincia è una fucina di sogni e ambizioni pacate, lì si apprende l’arte di sorprendersi che è la virtù più nobile di chi non si rassegna alla noia di pensarsi uomo di mondo.  

La mia generazione fa capannelli per strada, in piazza, seduti sulle panchine, aggrappati alle ringhiere; i diciottenni sostano in groppa al motorino e col panino nelle mani; le donne escono dalla Chiesa dopo la messa delle sette.  Il pescivendolo lancia l’ultimo secchio d’acqua, il salumiere all’angolo è quello che chiude per ultimo, il rumore della saracinesca ogni volta è un tuono, le macchine sono poche e inizia a fare fresco, passa il vicino col cane, una coppia va in centro a prendere l’ultimo caffè della giornata.                   
Esco anche io, incontrerò di certo qualcuno.