mercoledì 22 febbraio 2017

Non in nostro nome.

Guardate, lo dico col cuore, con le mani che tremano e gli occhi umidi; lo dico con la voce di chi ha creduto e crede tanto nel progetto del Partito Democratico e che nella giovanile di questo Partito è cresciuto: non vi capisco e non vi perdono. 

Ho conosciuto le atmosfere dei DS da bambino per la militanza di papà e le feste dell'Unità di quegli anni che attraversavo come si attraversa una bella festa di piazza: non avevo contezza di ciò che mi circondava. Da qualche parte è ancora conservata la bandiera con la quercia. 
Sono cresciuto nell'ammirazione di quella storia fatta di impegno quotidiano, personale e collettivo. 

Nel 2010 mi sono iscritto ai Giovani Democratici e ho conosciuto persone di cui mi sono innamorato, amici con cui ho condiviso esperienze e percorsi bellissimi. Noi "nativi democratici" non abbiamo coltivato le divisioni che mai hanno smesso di invelenire le discussioni dei "grandi". Voi invece, quelli con una storia gloriosa alle spalle, non avete mai smesso di guardarvi come "ex qualcosa" e considerarvi, ognuno per la sua parte, fieri sostenitori della primazia della proprie origini. 

Semplificare vorrebbe dire mortificare e non voglio dimostrare scarsa sensibilità nel dirvi che ci è chiaro, chiarissimo, che il PCI era un'altra cosa e che la sinistra DC aveva certi cavalli di razza che oggi non sono neppure all'orizzonte. Ma ci è altrettanto chiaro che il PD, sin dal suo primo respiro, vuole essere un'altra cosa, non certo la semplice fusione di quelle due strutture in un unico corpaccione che cencellianamente spartisce e amministra. 

Caro Bersani, ti ho votato e sostenuto, da segretario mi hai ispirato e da te ho imparato ad amare il Partito come collettivo. Sappi che oggi, se deciderai davvero di andare via, le idee e i valori per i quali ti ho votato e sostenuto non usciranno con te, essi resteranno qui, nel PD. Animati e vibranti, come prima e forse di più. Ciò che andrà via dal PD, se così non potrà non essere, saranno le persone, le loro storie che, per quanto rispettabili ed essenziali, sono poca cosa se dimenticano di trovare la propria forza nel respiro ampio di una collettività. 

Trovate nella Storia la forza di restare, non cedete ai sussurri della cronaca, ve ne saremo tutti grati e continueremo a camminare insieme. 
Se le infauste decisioni prevarranno, ciò che farete non sarà in mio, in nostro nome.