lunedì 30 maggio 2011

Abbiamo scassato. E' finita un'era.

Sono nato quando la prima Repubblica è finita. Sono nato quando Falcone e Borsellino sono morti. Sono nato quando l’Italia aveva il mito di Berlusconi, l’imprenditore milanese che da palazzinaro improvvisato ma ben riuscito è diventato la politica in Italia.
Ho vissuto gli anni della prima consapevolezza con Berlusconi al governo. La mia parte politica è sempre stata antiberlusconiana .  Berlusconi era la tv , Berlusconi era il calcio , Berlusconi era il governo, la morale e l’antimorale, il cattolicesimo e il laicismo , la destra e il centro, San Pietro e Berzebù.
Tutto , vorticosamente , ha sempre ruotato intorno a Silvio, è stato per 17 anni l’ossessione e il diletto degli Italiani.
… e mica so ricco come Berlusconi … e mica tengo le donne che tiene Berlusconi … i miei capelli so veri, mica come quelli di Berlusconi … non tengo le ville di Berlusconi … e chi sò Berlusconi!?!
La mia generazione è nata , cresciuta vissuta con Berlusconi.
Berlusconi è il figlio dell’Italia degli anni ottanta, Berlusconi è l’ultimo escremento della vecchia classe dirigente a cui hanno tirato la cera, è l’esponente dell’ultimo potere rimasto in piedi nell’Italia post-tangentopoli : la ricca imprenditoria , affaristica e collusa, del nord Italia , che s’era aggrappata al mito socialista e allo snervante equilibrio democristiano.
Sua bassezza esce dalla sottana di Craxi quando il vecchio Bettino si “arricetta” , si fa largo e s’impone come un bel prodotto di nuova marca che promette miracoli.
 Silvio lava bianco che più bianco non si può , dove c’è Silvio c’è casa, il presidente operaio, un milione di posti di lavoro … sapreste trovare l’intruso? Io qualche difficoltà l’avrei.
Diciassette anni sono tanti e sufficienti per cambiare perfino il Bel Pese  , sono troppi per disegnare il progetto di un’Italia nuova sena poi realizzarla.
Un Berlusconi più vero e meno truccato, più umano e meno cartonato , andava dicendo nel ’94 , forse credendoci davvero : “Scende in campo l'Italia che lavora contro quella che chiacchiera. L'Italia che produce contro che quella spreca. L'Italia che risparmia contro quella che ruba. L'Italia della gente contro quella dei vecchi partiti. Forza Italia per costruire insieme il nuovo miracolo italiano” .
Il miracolo non s’è fatto, il sangue non s’è sciolto e buonanotte ai suonatori.
In diciassette anni l’imprenditoria delle grandi famiglie italiane è scomparsa, s’ è ridotta a poca roba che d’italiano conserva solo il nome, Craxi riposa in pace  ad Hammamet e  la tv commerciale ha fatto il suo corso , anche lì i grandi sono andati tutti via, quelli che quando Silvio “scese in campo” lo sostennero, perché ci credettero davvero, ci credette Mike , ci credettero i Vianello e anche la bella Ambra tra le quattro scosciate di “Non è la Rai”.  Insomma è rimasto solo il vecchio Milan , ma lì conta il piede, la squadra e la fatica vera. 
L' Italia che Berlusconi aveva creato , sostenuto , osannato non c’è più e quella che è rimasta non ci crede.
Anche mia nonna quando è uscito sul mercato lo sgrassatore Chantecler ( Il Gallo del pulito!!) ha pensato che il vecchio fustino non servisse più, son passati dieci anni e lo sgrassatore non sgrassa o come direbbe lei è più acqua che detersivo ed è tonata al vecchio fustino.
Hai voglia di sgrassare panni in diciassette anni!
Eppure , qualcosa è cambiato, d’improvviso le massaie si sono ridestate.
Il figlio del cambiamento è nato tra Napoli e Milano, un po’ come il nipote di Bellavista che per non scontentare né il professore né Cazzanica è nato tra in aereo, appunto tra Napoli e Milano.
E’ sfiorito il sistema, insomma il Re è rimasto nudo.
Solo . Senza tutti i fronzoli, senza tutti i costumi ,i  reggipetti e perizomi delle quattro ballerine del quinto canale, senza i moderati che avevano creduto.I teatranti se ne sono andati e Silvio è rimasto solo, proprio perché Silvio non era altro che il suo contorno, la corte osannante che ora cerca la via di fuga.
Sarebbe potuta andare diversamente?
Penso di si.
Se Berlusconi fosse stato Berlusconi. L’imprenditore in politica.
Se ci avesse risparmiato la berlusconizzazione  dell’Italia.
Berlusconi ha portato con sé il berlusconismo, il leaderismo in politica che mai ha davvero caratterizzato la politica Italiana , la politica non è un leader essa deve servirsi dei leaders , quando si genera la simbiosi tra i due concetti il finale è gia scritto, non v’è alternativa che le Idi di Marzo.
Il solito lettore arguto dirà che si tratta solo di amministrative , che il governo del paese è cosa diversa.
No. Non in Italia. 
Dove la caduta della prima Repubblica è stata annunciata dalla sconfitta del socialismo a Milano nei primi anni novanta.
Ancora Milano, oggi come allora . E poi Napoli , simbolo d’una sinistra sul cui cadavere troppi sciacalli si sono avventati dimenticando i momenti d’oro d’un sindaco che negli anni novanta si fece valere.
E’ davvero la fine?
Si.
La sconfitta è vera, è piena , ineludibile, perché arriva dal basso . Non si consuma nella chiama d’un voto di fiducia. Non ammette scusanti. Non ammette sondaggi , chiacchiere, sberleffi.
L’aureola è caduta quando nessuno ci credeva. Perché l’Italia è così , gli Italiani sono così. E il Caimano non comprende , minaccia , sbraita, non sceglie  tra sé e il futuro del Paese ma l’Italia ha già scelto.
Mentre loro , o meglio , i suoi …Urlar li fa la pioggia come cani; 
de l'un de' lati fanno a l'altro schermo; 
volgonsi spesso i miseri profani.

lunedì 9 maggio 2011

Giovanni Palumbo: Crescere scrivendo.


“Crescere Scrivendo” , una raccolta di poesie che raccontano i tempi della vita , le emozioni e i pensieri di un giovane  animato da sentimenti sinceri, nutriti dalle aspettative e i “turbamenti” tipici dell’adolescenza. Giovanni Palumbo è un amico che , senza troppe pretese, senza mai eccessi e soprattutto senza la presunzione dei tanti che si pensano consumati scrittori per aver retto la penna qualche ora di fila, ha pubblicato questo libello  che nel sottotitolo offre al lettore la lente attraverso cui guardare ai versi : “Amor Anima Vitae”.
Il suo è un piacevole esempio di scrittura fresca , sincera e mai esasperata  che sa, attraverso quelli che Giovanni nella sua premessa definisce “personalismi” parlare alla società “sorda al grido di libertà”.
Di seguito riporto al lettore la poesia che , più d’ogni altra, ha saputo toccare le corde dell’interiorità di chi scrive, forse per quelle affinità che la mente o il cuore hanno voluto cogliere tra la sua e la mia penna.

Angelica visione.

Perdevo il mio sguardo nel tenero azzurro,
seguendo col pensiero un volo pacato;
la luce splendeva negli occhi di lei,
poggiata alle spalle del cielo,
che volteggiava con candide piume.
Non rise , non pianse , non disse parola :
soltanto uno sguardo per farmi morire.

                                                  Giovanni Palumbo
                                                    3, giugno, 2009