domenica 26 agosto 2012

Venti anni di prime impressioni.

Quando mi chiedevano se mi piacesse il rock rispondevo con un secco no.
Ho passato molti anni ad inarcare sopracciglia, alzare le spalle e ribadire no sbuffati a labbra semi chiuse.
Mai tante spiegazioni eppure mi convincevo con disumana facilità. E no bastava.
Le serie tv? Le serie tv le guardi? Mi chiedevano. E io rispondevo con uno sbiascicato no.
Semplice , innocuo, presuntuoso.
Eppure un ragazzino che si pensa ragionevolmente intelligente non si accontenta di un no e basta. Ma era così, è stato così per circa vent’anni.
Vent’anni di prime impressioni.
Spingersi oltre la crosta di qualcosa che potesse sembrare seminuovo o diverso dall’universo che mi ero costruito intorno e in cui regnavo incontrastato mi sembrava abominevole, oltraggioso , a tratti sacrilego.
Non esiste altra ragione che la tua. Non esistono altre prospettive che quelle che credi di possedere e magari effettivamente possiedi ma addomestichi a mò di sapere universale. Non esiste altro nella mente e nel petto di chi ha vissuto per un bel po’ infarcito di troppe convinzioni.
Il corpo, gli abiti, lo sport, il cinema,la vita sociale,la vita.
Il meccanismo è semplice, disarmante.
Ogni porta resta sistematicamente chiusa. Ogni percorso nuovo sbarrato.
Niente nella mente e nel cuore, perché niente penetra. Restano soffocati in una prima impressione interminabili viaggi ed emozioni non indagate. Restano intrappolate in un battito di ciglia e rimangono lì fino a quando scopri di essere diventato nient’altro che la prima impressione di te stesso.