venerdì 2 dicembre 2016

Le 10 ragioni semplici semplici per cui voto SI

Voto Sì perché:

1)      Il bicameralismo paritario e indifferenziato è inutile e dannoso. Ha reso il Parlamento luogo di intermediazione politica e di aste al rialzo tra le componenti delle maggioranze di governo. Ha permesso alle ex finanziarie di entrare con carichi di 20 miliardi e di uscirne con 22. Si è fondato su un sistema, la navetta, che per mancanza dei necessari contrappesi  ha portato le maggioranze di turno ad usare tutti gli strumenti possibili (maxiemendamenti, fiducie, leggi in articoli unici, tagliole..) per blindare i testi, evitando il rimbalzo all’altra camera e zittire le minoranze.
Il bicameralismo italiano, ormai lo sanno tutti, è stato il frutto di un compromesso politico al ribasso e il Senato non ha mai svolto, mai, alcuna funzione di controllo: come sarebbe pensabile un controllo endogeno? Non ha aiutato a produrre leggi migliori e soprattutto non ha mai rappresentato le istanze regionali, di base regionale ha avuto sempre e solo il metodo elettorale che non ha inciso su alcuna delle sue funzioni. Un inutile e dannoso doppione.
La Riforma rimette il Parlamento al centro. Attribuisce la funzione legislativa (il potere di fare le leggi) in via prevalente alla sola Camera con un forte, fortissimo, potere di controllo del Senato che, finalmente, rappresenta gli enti intermedi dello Stato (comuni e regioni) e gli dà una voce.

2)      Il nuovo articolo 70 non è foriero di equivoci, punto, il resto sono chiacchiere. Al primo comma prevede un’elencazione tassativa (al di là della quale non si può andare) di leggi che fanno le due camere. Sono leggi di sistema, il 3% del totale. E’ un’elencazione che non può condurre ad equivoci: si parla di leggi con oggetto definito e non di materie, potranno essere modificate solo da leggi dello stesso tipo, semplice. Tutte le altre leggi le fa la sola Camera con tempi certi di richiamo del Senato. Questi tempi possono cambiare per leggi di bilancio e per l’attivazione della clausola di supremazia. Ripeto: punto, il resto sono chiacchiere.
Il vecchio art. 70 era di 9 parole perché se a due persone chiedi di fare le stesse cose è facile da spiegare.

3)      La fiducia è accordata dalla sola Camera. Questo significa Governi stabili. Nel 1994, 2006, 2013 i Governi hanno avuto enormi difficoltà nell’ottenere la fiducia in ambo le camere: le leggi elettorali non c’azzeccano niente, nel 1994 non si votava col Porcellum. Le due camere hanno un elettorato attivo e passivo diverso, il Senato è eletto su base regionale, la Camera su base nazionale: è più facile che io perda 7 kg in 7 giorni piuttosto che con l’attuale sistema si abbiano maggioranze stabili. Dimenticavo, la stabilità degli esecutivi non c’entra nulla con la deriva autoritaria: andatevi a leggere i lavori della Costituente e l’ordine del Giorno Perassi, poi parliamo.

4)      I senatori sono eletti con un meccanismo di elezione indiretta perché rappresentano i Consigli regionali e NON danno la fiducia al governo QUINDI se li votate con un sistema di elezione indiretta ciò non implica meno legittimità e meno democrazia. In più saranno eletti dai consigli in conformità alle scelte degli elettori e la legge elettorale ancora non c’è, quindi state calmi. L’elezione indiretta, che di fatto con la riforma si configura come mera ratifica dei consigli, non è una carenza democratica: scusate, ma come lo eleggiamo il Presidente della Repubblica? Per altro se i senatori sono chiamati a svolgere una funzione di raccordo tra istituzioni locali e nazionali: è giusto che ci sia una ratifica consiliare.

5)      Il titolo V della Costituzione, la parte della Carta che regola i rapporti tra lo Stato e gli altri enti intermedi (prevalentemente Regioni e Comuni) viene finalmente raddrizzato.  Sono finalmente superate le materie di competenza legislativa concorrente, per intenderci, quelle materie per le quali le leggi le fanno sia Stato che Regioni (dovrei essere più tecnico ma cerco di farmi capire). Tale concorrenza ha prodotto una quantità enorme di ricorsi innanzi alla Corte costituzionale che hanno bloccato infrastrutture strategiche, vie di trasporto, scuole, impedendo la crescita e la competitività del Paese.

6)      La “clausola di supremazia” che permette allo Stato di intervenire in materie di competenza regionale consente finalmente all’Italia di essere “una e indivisibile”, attraverso la reintroduzione ( la Corte costituzionale l’ha più volte invocato) del principio dell’ “interesse nazionale”. Non è vero che essa espropria le regioni della propria sovranità: lo Stato può intervenire solo per garantire unità economica e giuridica, richiede altresì l’approvazione del Senato con un meccanismo di maggioranze più alte. Se a questo aggiungete che all’art. 119 si costituzionalizza il principio per cui i costi dei servizi pubblici essenziali sono gli stessi in tutta la Nazione avete davanti il progetto di un Paese che garantisce a tutti, da nord a sud, eguali condizioni ed eguali punti di partenza, da Taormina a Milano.

7)      In ordine sparso: si aboliscono i rimborsi ai gruppi consiliari regionali ( quelli con cui si sono comprati mutande e molto altro); i consiglieri regionali non potranno prendere più soldi del sindaco del comune capoluogo di regione (per intenderci: in Campania si passa da circa 10.000 euro a circa 5.000 euro); si aboliscono le Province; se al referendum raccogli 800.000 firme il quorum scende alla metà dei votanti alle precedenti elezioni politiche nazionali, se ne raccogli 500.000 tutto resta uguale; le leggi di iniziativa popolare saranno discusse obbligatoriamente dal parlamento; introduciamo la parità di genere nella Carta.

8)      La legge elettorale non c’azzecca nulla con la Costituzione, mettere le due cose assieme è intellettualmente disonesto.

9)      La deriva autoritaria è un’invenzione e io non sono renziano.

10)   Se voti NO, ti tieni quello che hai sempre avuto e dopo non ti puoi lamentare, il primo che lo fa lo prendo a sprangate sui denti.