lunedì 17 settembre 2012

La Marijuana ci salverà tutti !


Per la rubrica “Opinioni in libertà” pubblico questo brano che non ha nulla a che fare con il tenore solito del mio noiosissimo blog.
Qualche ora fa vagavo su Twitter  leggendo i cinguettii degli internauti (più o meno patetici) su argomenti disparatissimi (più o meno rilevanti) , quando mi imbatto nel seguente tweet:

#Cannabis Italia da record! Sapevi che secondo l'Onu il 14,6% degli Italiani fuma spinelli? Ohps...

Ecco l’internauta in questione è Vauro, celebre vignettista  italiano, notissimo per il pungente sarcasmo. Ora sarcasmo a parte la questione è di quelle rilevanti , seguitemi bene.

Il dato riportato da Vauro non appartiene alla categoria delle notizie strampalate pubblicate dalla Settimana Enigmistica ma salta fuori da uno studio, oculatamente sussurrato a labbra semichiuse dalle nostre parti, condotto nientepopodimenochè dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Si tratta del “World Drug Report 2012” ,pubblicato lo scorso giugno, che in cento-pagine-cento di ricerche e grafici dipinge la situazione mondiale in materia di consumo di droghe (genericamente intese) con molteplici capitoli dedicati al consumo della amatissima cannabis.
Salta fuori che il Bel Paese , una nazione di santi (e che santi) , navigatori e mercanti è il primo consumatore occidentale di “cannabis herb”, di quella che familiarmente\affettuosamente chiamiamo marijuana.
Il 14,6% degli Italiani (di età compresa tra i 15 e 65 anni)consumano erba.
Insomma siamo i primi, affiancati dalla simpatica Nuova Zelanda che in ogni caso non supera il primato italiano , mantenendo la medesima percentuale.

Ora io intendo che l’Italia sia prima per abilità culinaria, rimanga insuperata nelle strampalate classifiche riguardanti la felicità , l’abilità amatoria e poche corbellerie simili ma , buon dio!, gli Italiani amanti dello spinello a tal punto no!

E i Paesi Bassi? L’Onu ha dimenticato la sempre sorridente (chissà perché) regina Beatrice?
Non proprio.
Ho scoperto , con mia sorpresa, che da quelle parti il consumo autoctono (degli Olandesi) è notevolmente calato.
Insomma qualcosa non quadra decisamente.
Il sottoscritto non intende addentrarsi nella noiosissima querelle cannabis si- cannabis no, sono tra l’altro deficiente per molti aspetti della materia , non ho specifiche competenze mediche ma un’idea me la sono fatta.

In Olanda accade quanto segue:
è adottato il regime della “Tolleranza controllata” assumendo come fondamento giuridico la distinzione tra droghe pesanti e droghe leggere, le prime sono , giustamente, strettamente e severamente , combattute ; le seconde sono tollerate con specifiche restrizioni.
Insomma è ad esempio consentita la vendita di quantità non superiori ai 5 g di erba per persona al giorno in ognuno dei cosiddetti coffe shop autorizzati , è consentita la coltivazione personale che non superi  le tre unità ma è punito (non sempre penalmente) il consumo di droghe pesanti.
Mediante questa politica l’Olanda assicura al 90% dei tossico dipendenti (e dico novanta-novanta!) assistenza, reinserimento sociale,disintossicazione e riabilitazione psico-fisica proprio in ragione della maggiore richiesta di assistenza ottenuta grazie a questa “soft policy”.
Insomma con la distinzione di cui sopra (droghe leggere-droghe pesanti ndr.)si evita che i consumatori di droghe leggere entrino in contatto con i consumatori di droghe pesanti e che questi ultimi siano assistiti e spontaneamente richiedano assistenza.
E udite udite,  il consumo di cannabis in Olanda è pari alla metà di quello statunitense ,  italiano o nigeriano. I centri autorizzati di vendita si sono ridotti in quindici anni del 30% e le politiche di reinserimento sociale sono tra le migliori al mondo (in Italia questo lavoraccio è per la gran parte svolto dai centri di santa romana chiesa con tutti i risvolti , positivi e negativi , del caso).

Il famoso lettore arguto dirà: E la salute?
Nessuno studio ( n e s s u n o!) ha attestato che gli effetti della cannabis siano peggiori di quelli prodotti dal tabacco. Eppure quest’ultimo è venduto e svenduto in tutte le salse dalle nostre parti.
Una commissione sanitaria ( istituita da Francia, Germania, Olanda e Belgio) ha evidenziato che molte conclusioni politiche non sono supportate da fondamenti scientifici e sono frutto di convincimenti spesso errati.
Ma il dato più stuzzicante è sicuramente il seguente :

“Rapporto del Senate Special Committee on illegal drugs del Parlamento Canadese”
Allo stato dei fatti la ricerca ci dice che per la grande maggioranza dei consumatori ricreazionali la canapa non presenta conseguenze dannose per la salute fisica, psicologica e sociale, sia a breve che a lungo termine. Il che non significa, precisa il rapporto, che non esista un numero seppur limitato di consumatori “pesanti” che possono avere conseguenze negative (come malattie respiratorie, e/o difetti nella concentrazione e nella memoria tali da compromettere l’inserimento sociale)

Orbene i conti non tornano.
 Va bene che abbiamo una tradizione da bacchettoni da onorare, va bene che il nostro è il Paese del “conformismo di Stato”, del cattolicesimo di facciata, del buon nome di famiglia, dello scandalo all’ordine del giorno, dei panni sporchi (quanti ne vuoi) ma lavateli in casa, ma abbiamo pure un primato da onorare! Siamo i primi consumatori di spinelli al mondo, evvivaddio! , onoriamolo!

Sono nato progressista e spero di morire progressista e da sempre ritengo che questo come altri appartenga alla famiglia dei tabù all’italiana ( e nel caso di specie non solo all’italiana) nella quale rientrano in ordine sparso il divorzio, il matrimonio tra persone dello stesso sesso, le cellule staminali per tacere d’altro. Ma mi pare che i tempi siano maturi, che la storia degli ultimi decenni ci abbia consegnato notevoli e mutevoli esperienze dialettiche capaci di condurci a grandi cambiamenti (il divorzio è uno di questi , il fervente interesse alle unioni omosessuali è una testimonianza ulteriore). Ebbene il dato al quale faccio riferimento sin dal principio non può essere taciuto  o seppellito da una risata. Insomma la questione quantomeno si pone.
E non venga il solito lettore arguto a dire che i problemi sono altri : la crisi e lo spread e i posti di lavoro e la scuola  ecc ecc. I problemi sono quelli che l’opinione pubblica di un Paese pone , e questa “questione “ è posta dalla pubblica opinione, battezzata dai dati e cresimata dal sottoscritto (che non conta ma è un fatto).

Dimenticavo:
in Olanda ,si sa ,sono ingenui e nessuno mai ha pensato di tassare la vendita della marijuana.
Beata scelleratezza, i nord europei dovrebbero farsi un giro qui da noi.
Ora io ritengo ragionevole che quel 14,6% di Italiani(che , intendiamoci, rappresentano un dato di media, ci sono quindi picchi ben superiori) oberato da mille obblighi nei confronti di uno Stato che è socio al 50% di ogni contribuente(basta dare uno sguardo ad un altro primato: la pressione fiscale) non riterrebbe abominevole una piccola accisa sulla vendita della cannabis , eventualmente, legale.
Insomma  rispetto alla prospettiva di un approvvigionamento oggi legato a doppio filo alla criminalità e quindi alle terribili conseguenze (anche solo di incolumità fisica) che spesso ne derivano sarebbe ben più vantaggioso ,per l’affezionato consumatore italiano, pagare quel piccolo sovrappiù destinate alle casse dello Stato.
Ci pensi SuperMario , anche se temo che al momento sia preso da diverse preoccupazioni. Ci pensino i progressisti e i finti progressisti .
E ci pensino i tecnici del Tesoro.
Ci pensino bene e si facciano due conti. Forse forse risparmieremmo qualche  spending review  di troppo, qualche punto d’Iva e perché no un giorno potremmo dire che il debito pubblico italiano venne risanato grazie all’instancabile contributo dei consumatori di erba.

N.B. Articolo di opinione, contiene frasi e riferimenti ironici, sconsigliato ai lettori suscettibili. Non ha , come ogni cosa qui dentro, valore scientifico. I dati sono tutti consultabili su Internet.


1 commento:

  1. Piccola correzione: il limite di vendita ad personam è di 5g, non mg.
    Fonti: sono stato ad Amsterdam l'anno scorso!
    Per il resto, bel pezzo, di parte a tratti scientifico. Mi piace :)

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