lunedì 10 gennaio 2011

"De Cornutibus". Teorema sui cornuti di città e di paese.

Puf! E’sera.
Ti avevo lasciato proprio qui , ti avevo lasciato nella piazza del paese, tra nobili puttane e finte signore. Poi ,come ogni giorno, è venuto il giorno, s’è fatta mattina.
Tra il balcone di fronte e lo spigolo d’un altro palazzo si è incastrato il sole ,spalanco la finestra  e la luce inonda la stanza, la scrivania e la libreria. Ci sono libri ovunque , non faccio in tempo a prendere una penna incastonata tra due volumi che un’intera pila mi cade addosso;ora sono sepolto sotto Verga,tengo Dan Brown sulle gambe, Guarino sullo stomaco e in faccia Sciascia.
Che bello Sciascia “gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà”, per non parlare poi della teoria dei cornuti.. “ non credere che uno è cornuto perché le corna in testa gliele mettono o si fa prete perché ad un certo punto gli viene la vocazione: si nasce”…tiene proprio ragione Sciascia…uno cornuto…ci nasce!
E io , che sono paesano e in paese ci vivo, ne ho l’incontestabile dimostrazione ogni giorno!
Si ,lettore mio, perché quelli di città non sono cornuti come i cornuti di paese.
Se uno è cornuto in paese lo è vita natural durante, se sei stato cornuto a trent’anni ,quando ne  avrai cinquanta, sessanta(e ci fermiamo per il beneficio della senectus ) “semp cornut sì!”; diversamente accade in città , ed ecco uno dei pochi benefici di essere cittadino. Se, infatti, un povero figliolo cammina con in testa le corna per le strade di città, basterà che si “faccia”un’altra giovincella per veder sparire le forme bitorzolute che un tempo gli adornavano il capo.
Dunque il cornuto di città puo risolversi dalla sua situazione mentre quello di paese è destinato a rimanere tale? Assolutamente no!
La differenza sta nel fatto che i paesani(cornuti) hanno l’attitudine ad essere tali per esplicita volontà, nel senso che una volta conquistate le corna tendono ad adagiarsi su di essere per comodità,convenienza e disonore guadagnato, si sentono condannati a camminare col capo chino ma, in fondo in fondo , quella condizione gli sta bene e crogiolandosi abbracciano le corna.
Poniamo (e dico poniamo , non che sia esempio tratto da fatti veri) che il mio vicino che è un modesto fruttivendolo, il quale esce  al mattino e ritorna alla sera, senza mai vedere la moglie , venga un giorno e la trovi con un anello, un altro giorno con un bel vestito , un altro ancora con un paio di brillanti , volete che questi non si chieda come abbia fatto la moglie a procurarsi i preziosi monili?Certo che se lo chiede,ma poiché in paese non si parla che delle frequentazioni della bella signora e sua consorte, tace e si tiene le corna.
Ma cosa ha da guadagnare  la moglie da quel marito che al massimo le può donare una rosa?
Niente.
Lo fa per la gente del paese, perché comunque si dica che in fondo ama e rispetta il marito,  cerca un poco di distrazione e , comunque, quando alla sera torna il consorte  un piatto glielo fa trovare e due bacetti li dà anche a lui.
Volete mai che la donna lasci il modesto fruttivendolo? Che disonore, che vergogna e poi la gente…che direbbe la gente…per carità!
Ecco dunque che l’uno è cornuto e l’altra è puttana perché ad entrambi conviene. Perché risolversi dalla cornutagine sarebbe troppo faticoso e lasciare il marito per il ricco amante sarebbe ingiurioso!
Ma ciò avviene in paese e solo in paese.
In città dove le chiacchiere della gente sono lontane e le corna volano da una casa all’altra senza mai posarsi, il fruttivendolo avrebbe lasciato la moglie e con i guadagni ,un tempo da spartire in due per i vezzi della signora ,avrebbe  vissuto egregiamente; la moglie ,che aveva ogni giorno con solerzia rinfoltito la corona con cui adornò il capo del marito, avrebbe soddisfatto i sensi e la tasca con i guadagni del vecchio amante, probabilmente marito e cornuto a sua volta( è insomma tutto un pullulare di corna).
Dunque risulta evidente che il problema non sono cornuto e “cornificatore” ma tutti gli altri che hanno in capo il trofeo e per sentire il proprio più leggero appesantiscono quello altrui.
Mi chiederete dunque perché ciò accade solo in paese, bene, lettore mio, questo è uno di quei pochi casi in cui il paesano può essere anche di città. Mi spiego meglio. E’ questo uno di quei casi in cui è la situazione cui si soggiace a dettare l’appartenenza al paese o alla città.
E se d’ora in poi doveste sentire qualche volta la testa pesante, bhè vi consiglio di farvi un giro in città dove le corna vanno e vengono.

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