giovedì 7 giugno 2018

Piersanti, si chiamava!


La celebre foto in bianco e nero fu scattata la mattina del 6 Gennaio 1980, a Palermo, in Via Libertà. Piersanti, morente, per metà fuori dalla Fiat 132, sorretto dalla moglie e dal fratello Sergio.
Otto colpi uccisero un Presidente rivoluzionario che aveva, con coraggio e dedizione, intrapreso un’opera di riforma delle complesse architetture amministrative siciliane. Era stato a Cinisi, dopo la morte di Impastato, per annunciare alla mafia una lotta senza quartiere.

Ieri, il Presidente del Consiglio, l’ha definito un congiunto del Presidente della Repubblica. Un congiunto. Il Presidente-Professore deve aver confuso il Parlamento con un’ aula universitaria e i parlamentari con un numeroso gruppo di più o meno devoti studenti. Il Professore, che appare poco abituato alla manifestazione del dissenso, pensava che l’espediente formale l’avrebbe cavato d’impaccio, risolvendo il riferimento a Piersanti Mattarella nella forma della citazione di un caso giudiziario, così come avrebbe fatto in una delle sue lezioni. Evidentemente, al Presidente-Professore sfugge la grave differenza che corre tra l’altissima funzione di servitore dello Stato cui è stato chiamato e quella di Professore che ha una vocazione del tutto diversa.

La cadenza e l’impostazione professorale non possono truccare  l’oblio, avallando l’idea che si trattasse di una morte qualsiasi. Caso di scuola per caso di scuola: se fosse capitato ad uno straniero, ignaro delle vicende di quel periodo terribile, di ascoltare quelle parole, avrebbe potuto immaginare che il Professore-Presidente stesse condannando il vilipendio di una morte qualsiasi. Voglio fingermi certo della buona fede del Presidente del Consiglio ma quand’anche si trattasse di una dimenticanza non sarebbe scusabile da parte dell’uomo più potente (?) d’Italia.

Nessuno parla a nome del popolo, bensì a nome dell’istituzione che pro tempore è legittimato a rappresentare, in virtù di una sovranità che il popolo esercita, entro i limiti ed entro le forme della Costituzione. Sia meno spocchioso Presidente e come le ha suggerito qualcuno, studi!
Il sedicente Governo del cambiamento pecca di tanta presunzione che, mista all’ignoranza che semina e cavalca con maestria, produce effetti disgustosi. Non esistono palingenesi nello Stato di diritto, nessuno è il fondatore dell’anno zero che tutto cancella: la Repubblica è perpetua, ha un passato e un futuro. E in quel passato c’è il sacrificio di Piersanti Mattarella.

Quella mattina del 6 Gennaio, il Professore siciliano reggeva il corpo del fratello morente, ucciso dalla mafia, quasi a raccoglierne l’eredità, ignaro del peso che molti anni più tardi avrebbe sostenuto, incarnando dell’Italia la più alta magistratura.
Quell’uomo, che un Presidente spocchioso ha definito il congiunto, si chiamava Piersanti Mattarella!





Nessun commento:

Posta un commento