martedì 26 aprile 2011

Rosa è morta senza capelli.

Rosa faceva la sarta.
Avevo dieci anni o poco più quando nonna mi accompagnava da Rosa , i pantaloni erano sempre da rattoppare, i calzini sempre scuciti.
Rosa non prendeva mai più di cinque o dieci euro.
Silenziosa , tanto ,  troppo. Me ne sono convinto non molto tempo fa.
Troppo per una famiglia così malandata come la sua, per un marito senza lavoro, per il suo padre accattone.
Rosa s'era sposata giovane, aveva ventun'anni e già aspettava un bambino, Francesco.
Nessuno ha mai saputo molto di lei , donna lavoratrice anzi faticatrice come pochi.
Nonna conserva ancora una sua foto, nel cassetto del comò , quello della biancheria che sa di lavanda mai cambiata, anche quella foto sa di lavanda , come tutte le cose di nonna. Insomma una vecchia foto, una sbiadita polaroid , che ritrae un matrimonio lontano nel tempo.
Tutti i colori sono opachi tranne il bianco dell'abito di nonna, col velo che poi è stato di mamma, e la coroncina di candide roselline; al suo fianco c'è nonno costretto in un tight  finto ottocento; più in basso , dietro una torta a tre piani spunta una bimba, acconciata come s' usava. È la piccola Rosa; il volto magro ma colorito , la bocca sottile che sembra tinta di rosso ciliegia, la chioma riccia e folta.
Al suo matrimonio Rosa ci andò con un vestito usato , noleggiato in paese da una vecchia sarta che oggi ha cent'anni e il destino , faccendiere spietato, volle farla maestra di Rosa. La donna le insegnò ad usare ago e cotone , a tagliarsi le mani col filo sottile, a tenere la schiena piegata senza lamentare dolore, senza lamentare stanchezza.
Luigi ,  dal giorno che la ebbe in sposa ,non ha mai lavorato davvero.
Qualche lavoretto l'ha fatto , roba di poche ore, per quattro soldi. Pochi euro che avrebbero potuto tanto  se  non si fosse pensato un capace imprenditore che le vicende della vita non vollero fare agiato uomo di provincia. 
Di notte , quando Rosa dormiva con Francesco tra le braccia  , perché le stanze erano poche e troppo piccole per piazzarci un lettino, lui usciva con quel litro di benzina che Rosa gli pagava ,raggiungeva tre o quattro prostitute , tra l’altro attempate, mai belle come Rosa. Con loro si fingeva ciò che mai fu capace d’essere, un ricco uomo che scialacquava i suoi averi per il diletto della carne .Luigi andava a puttane con le diecimila lire che Rosa prendeva per cucire una camicetta su misura,pagava un bocchino con i soldi del latte in polvere per svezzare Francesco, perche il seno di Rosa ne era privo, il dottore diceva  per il troppo stress, ma questo Rosa non lo aveva mai raccontato a Luigi. 
Rosa sapeva del marito ma ha sempre taciuto.
Perché l’ha fatto? Perché l’amava . Amava Francesco che oggi ha diciott’anni e sta in seminario e ogni giorno passa sotto la mia finestra piangendo, prega per la mamma che otto anni fa ha perso.
Un sabato di maggio di qualche anno fa nonna scese nel primo pomeriggio. Il caldo era terribile ,il sole infuocava le strade, cuoceva la carne dei quattro muratori che lavoravano al palazzo di fronte .Le finestre delle case erano tutte chiuse , anche la polvere era ferma a mezz’aria. 
Mia nonna ha la lucidità di una ventenne ma rimane donna d’altri tempi e gli abiti da cerimonia li vuole su misura.
-     -Rosa mi deve fare il vestito  per il matrimonio di mia nipote- , le sentì dire prima che scendesse.
Nel piccolo vicolo il tacchettio delle sue scarpe prodotto dai passi ben assestati aumentava la solennità della sua figura; la vidi giungere davanti alla porta di Rosa, busso più volte, nessuno rispose. 
Fermò una vecchia. Le parlò a lungo. Poi si incamminò verso casa.
Rosa era stata ricoverata per una crisi respiratoria. Dalla bocca di mia nonna non uscì una parola di più.
Qualche settimana più tardi vidi per la prima volta nella mia vita nonna piangere. Teneva un rosario tra le mani, lo sgranava con forza, pregava la madonna, le sue labbra pronunciavano in un sibilo mille preghiere.
Mi guardò dalla sua poltrona. – Rosa sta morendo, tiene un tumore-.
Quella vecchia donna s’era affezionata alla sarta silenziosa come mai avrei pensato, aveva odiato il marito, le era stata madre pur non essendole avvinta nel sangue.
Quel giorno maledissi il Creatore, perché si prendeva una santa. 
Alle quattro del pomeriggio Rosa morì.Nonna corse giù per il vicolo, entrò nella camera da letto della donna , spalancò la finestra che è proprio di fronte a quella di mia madre. E come la mamma catanese le aveva insegnato spalancò anche le porte, scese in strada e per tre volte urlò :
“Rosa!, Rosa! , Rosa!”.
Mia sorella ch'aveva cinque anni entrò nella sua stanza, s’avvicinò alla finestra che era dirimpetto a quella spalancata da mia nonna ,poco dopo la  la sentì correre verso la mia camera.
Urlò con l’innocenza che è compagna di ogni fanciullo: - Corri , vieni a vedere Rosa è morta senza capelli!-



venerdì 22 aprile 2011

San Sebastiano al Vesuvio,binari morti di risposte non date

Quando, qualche mese fa, ho iniziato a scrivere in questo spazio virtuale non avrei mai pensato che in così tanti vi sareste affezionati ai miei scritti.
Il povero lettore che ha avuto la “costanza e lo stomaco “ (scusi il visitatore raffinato la trivialità delle mie parole ma alle espressioni “incendiarie” ci sono avvezzo) di spulciare tra queste pagine ha più volte letto dei fatti di paese, della vita di paese e delle vicende che appartengono alla mente e al cuore di chi si sente paesano.
E’ ben evidente che chi regge la penna è paesano e spesso parla per partigianeria, talora in virtù di quella , per qualcuno insana ma per me virtuosa, costruzione di pensiero e di vedute che il paese fornisce.
Più volte tra le righe del racconto ho fatto riferimento a realtà che m’appartengono, da cui sono animato e che mi fanno da inchiostro inesauribile, seppur mai abbia spinto il lettore, per rispetto della mente sua e dei fatti veri ,oltre il limite del verosimile che è baluardo di chi,per timore e per amore di chi legge, si nasconde.

Questo non è il racconto che nasce dalle fantasie mie e dai miei pensamenti (non ne ha i toni, lo stile, le armonie), è la riflessione di chi , cittadino e figlio di questa terra , cerca risposte , anzi le pretende.
Chi frequenta gli studi giuridici conosce bene l’importanza della “ricerca e dello scavo” tra le norme, i provvedimenti e in generale gli atti ufficiali e non si sorprenderà delle righe che seguono.
Oggi pomeriggio “scavavo”  , attraverso il portale informatico,  tra gli atti ufficiali del Senato della Repubblica alla ricerca di vecchie interrogazioni parlamentari (il lettore che si trovi disinformato sappia che l’interrogazione è lo strumento di controllo più semplice di cui un parlamentare dispone , volto a far valere la responsabilità politica del Governo nei confronti del Parlamento, si tratta di una semplice domanda che il deputato o senatore rivolge al ministro competente per avere notizie circa la veridicità di un fatto e per comprendere se il Governo intenda prendere provvedimenti in proposito); per la curiosità che mi è compagna , e mi creda il lettore, solo perché condotto da essa , ho digitato “ San Sebastiano al Vesuvio”, ho inoltrato la ricerca e in pochi secondi , con mia sorpresa , sono apparse sullo schermo sette interrogazioni riguardanti , in maniera più o meno diretta, la mia cittadina.
Dirà il lettore arguto … e con ciò?
Mi segua soprattutto questo lettore .
Di queste ,due hanno destato il mio interesse. Entrambe aventi come interrogante il Sen. Michele Florino, al tempo dei fatti appartenente al gruppo di Alleanza Nazionale, oggi iscritto al Movimento sociale Fiamma Tricolore, partito della destra estrema. Formazioni politiche profondamente distanti dalla mia collocazione  di pensiero sebbene siano questi elementi per nulla influenti sulle mie costatazioni ( per amore del vero e per la soddisfazione del lettore arguto debbo riferire che l’ex senatore Florino nel 2008 viene accusato di essere mandante di tre omicidi , a tal proposito la magistratura lavora e noi manteniamo il garantismo che ci appartiene , fiduciosi nel principio della non colpevolezza).
Ebbene il senatore nell’interrogazione del 10 Maggio 2005 dice:
che alcuni organi di stampa nell'edizione pubblicata il 14 aprile 2005 riportano la notizia che la villa di un boss, confiscata dallo Stato sul territorio di San Sebastiano al Vesuvio (Napoli) e destinata a simbolo del recupero sociale, è stata oggetto di atti di chiara matrice intimidatoria per evitarne l'impiego per finalità pubbliche;
che l'immobile in questione è l'ex residenza del "califfo", il ras Luigi Vollaro, padre di uno dei più pericolosi camorristi della zona vesuviana, che estendeva le radici del suo potere da Portici a San Sebastiano al Vesuvio;
che la villa era diventata parte del patrimonio indisponibile del Comune di San Sebastiano al Vesuvio per essere destinata, grazie ad un finanziamento pubblico di due milioni e mezzo di euro, ad hotel per anziani;”
Rivolgendosi poi al Ministro degli Interni chiede se questi sia a conoscenza dei fatti e “se beni confiscati alla camorra a seguito di complesse e qualificanti indagini di organi di Polizia possano essere abbandonati al degrado o, peggio, restare nella disponibilità di fatto degli stessi camorristi”.

L’interrogazione risale alla seduta 795 del Senato ,XV legislatura, come ho sopra riferito , a oramai sei anni fa.
La mia domanda è la stessa del senatore , parte però dalla voce di un cittadino.
Per tutto l’inverno ho percorso la strada su cui la villa si affaccia, l’ho fatto per raggiungere una mia amica e con lei spostarmi a Napoli per seguire i corsi universitari; ogni mattina mi sono posto le stesse domande : perché quella villa è lì , perché in quello stato , perché non si renda giustizia  in modo esemplare , come sarebbe opportuno , perche non lo si faccia per la  società di diritto , per i  cittadini veri , quelli giusti, per rispetto alle indagini, alle vittime di quella gente.
Probabilmente qualcosa accade, qualcosa “tra le carte si muove”, conosco bene le lungaggini del sistema nostrano, infatti la mia è solo una domanda.

La seconda interrogazione del Sen. Florino è quella che più ha destato le mie perplessità , che ha fatto nascere in chi scrive forti interrogativi, su essa non esprimerò commento alcuno,  le domande lascerebbero il posto alla polemica, che taluno potrebbe ritenere pretestuosa o presuntuosa, figlia di una volontà che non m’appartiene e tantomeno voglio mi sia imputata.
Le parole usate dall’interrogante nascono , probabilmente, dal pregiudizio politico, sono forse espressione di accuse prive di fondamento se non di ingannevoli insinuazioni; il mio intento non è cercare o scavare oltre la lettera, nella melassa del malizioso e del provocatorio, cerco solo risposta alla lettera. La cerco da chi probabilmente ha tentato di darla ma essa non ha avuto la forza di giungere sino a chi vi scrive.
L’interrogazione ebbe luogo il 15 giugno del 2004 (seduta 615 del Senato della Repubblica) , i riferimenti ai nomi e ai “personaggi” sono tanti , non quelli destano il mio interesse bensì i fatti ad essi legati, non sono preso dalla bramosia del pettegolezzo ma dalla voglia di una risposta, che tra gli atti ufficiali non risulta figurare( io nella mia ricerca, pur accurata, non l’ho trovata), sappia chi si ritiene destinatario di queste parole che rispondere è il dovere di chi milita, lo spirito di chi serve lo Stato, la rivincita di chi si ritiene calunniato.

- Al Ministro dell'interno. -
Premesso:
che il comune di San Sebastiano al Vesuvio, una volta conosciuto come la "piccola Svizzera", è stato nel corso degli ultimi 30 anni amministrato, senza soluzione di continuità, da membri della famiglia Capasso: una vera e propria oligarchia con una gestione dell'ente a carattere familiare e personalistica, tale da far conferire alla cittadina vesuviana il nuovo appellativo di "la piccola dittatura",
che Giuseppe Capasso, costretto dalla legislazione elettorale a lasciare la poltrona di Sindaco dopo due legislature, ha transitoriamente posto a capo dell'amministrazione un suo fedelissimo subalterno e si è candidato per le prossime elezioni provinciali;
che il medesimo Capasso ha pubblicamente dichiarato che se non dovesse essere rieletto alla Provincia di Napoli sarà di nuovo candidato a ricoprire la carica di Sindaco per altri dieci anni;
che le amministrazioni comunali capeggiate dai Capasso e dai propri adepti, già collegati ai socialisti della prima Repubblica e a quanto consta all'interrogante oggi vicini alla Margherita, avrebbero realizzato presso il Comune di San Sebastiano al Vesuvio, grazie a quella che all'interrogante appare una sorta di inspiegabile immunità giudiziaria, un piccolo comitato di malaffare che "regna e governa" in modo indisturbato,
si chiede di conoscere se corrisponda al vero :
che l'attuale vicesindaco e assessore, sig. Gaetano Panico, meglio conosciuto come "Gaetan a' mazzett", considerato adepto e persona di copertura della famiglia Capasso (Capasso è stato testimone di nozze del figlio, Saverio Panico), abbia un tenore di vita assolutamente non adeguato e non giustificato dalla sua pensione di semplice impiegato dell'ATAN (oggi ANM). Lo stesso infatti sarebbe proprietario, tra l'altro di:
3 appartamenti, 2 grossi garage ed un ufficio in Viale del Progresso;
una proprietà in Via Palmeri;
un ufficio in Piazza della Concordia;
uno o più appartamenti nella cooperativa Vesuvio in Viale della Pace;
una casa per le vacanze a Praia a Mare (Cosenza);
quote ed interessi in svariate attività e situazioni; sarebbe inoltre il vero titolare e proprietario di ben 8 (e forse più) agenzie di viaggio, tra cui Family's Tour, sita in Via Giolitti 15 a Casoria e in Via Piromallo, 39 a San Sebastiano al Vesuvio; Hamilton Travel, sita in Napoli - Centro Direzionale is. F/11; Aironjet Viaggi, Via Santa Brigida, 13 a Napoli e presso il centro il TARI Marcianise (Caserta); Jampa Travel e Società Turistica Scientifica, Piazza della Concordia, 21 a San Sebastiano al Vesuvio, e di un'altra agenzia in Via Bernini a Napoli;
beni intestati ai figli, nipoti, parenti e amici;
che l'assessore Panico organizzerebbe ogni anno viaggi e crociere per gli anziani del Comune di San Sebastiano al Vesuvio (con il contributo economico comunale) senza gare di appalto, con affidamenti a trattativa privata in violazione della legge, lucrando e approfittando della sua posizione;
che lo stesso assessore risulterebbe essere il primo sponsor (politico e non) di una fiera campionaria che si tiene nel suddetto comune ogni anno tra fine aprile e inizio maggio, dove l'assessore Panico usufruirebbe gratis di numerosi stand pubblicitari per promuovere le sue agenzie e le sue attività;
che sarebbe in atto sul territorio del Comune di San Sebastiano al Vesuvio un vero e proprio scempio edilizio dovuto e coperto dal Capasso e dal Panico per tornaconti affaristici e elettorali. Un caso eclatante coinvolgerebbe il neo segretario cittadino della Margherita, sig. Giorgio Nocerino, che, sponsorizzato dal comitato di potere (Capasso - Panico) e approfittando della sua neo carica, avrebbe avviato la costruzione di opere abusive molto evidenti e che fino ad ora nessuno si è sognato di denunciare o di bloccare. Si tratta di una costruzione abusiva e di un vero e proprio appartamento sviluppato in verticale che si sta ultimando presso la proprietà del suocero di Noverino (dove risiede lui stesso);
che altri abusi edilizi sarebbero in corso di realizzazione da parte di:
Ignazio Di Sarno, all’angolo tra viale del progresso e Via Matteotti. La costruzione abusiva è sottostante le terrazze del Belvedere ed è visibile da tutti: non solo dai vigili urbani ma anche dagli operatori del Corpo forestale e della cooperativa che lavora per il Parco nazionale del Vesuvio, i cui uffici sono proprio di fronte al manufatto abusivo in corso di realizzazione;
Giorgio Noverino, segretario cittadino della Margherita, si sarebbe reso responsabile di un vero e proprio capolavoro di alto abusivismo: infatti avrebbe prima acquistato (forse intestandolo alla moglie, Maria Di Sarno), all'incrocio tra Via Matteoli e Viale degli Ulivi, di fronte all'ufficio postale, un immobile in pessime condizioni composto da un piccolo esercizio commerciale e da una piccolissima abitazione, e come per magia la piccola abitazione, con accurati lavori abusivi, si è trasformata in 4 o 5 negozi ed è stato creato un ulteriore piano aggiuntivo superiore con appartamento uso ufficio o residenziale;
che sarebbero migliaia i casi di abusi verificatisi negli anni del "governo Capasso": basterebbe fare un giro sommario per il paese e poi fare un piccolo sopralluogo presso l'ufficio tecnico comunale per scoprire la vera realtà e le grosse malefatte che avrebbero caratterizzato l'"era Capasso",
si chiede inoltre di conoscere, una volta accertata la fondatezza dei fatti denunciati:
se il Ministro in indirizzo intenda adottare urgenti iniziative per impedire la reiterazione delle attività delittuose poste in essere dal clan Capasso, Panico, Noverino;
se intenda adottare urgenti iniziative per ripristinare la legalità presso il Comune di San Sebastiano al Vesuvio e per rimuovere le nefandezze di cui è impregnata l'azione amministrativa di quell'ente per effetto delle devianze a parere dell'interrogante volute dal Capasso e dal Panico;
se, in considerazione della gravità e degli illeciti denunciati, non intenda avviare la procedura di cui al comma 1 dell'art. 142 del decreto legislativo n. 267/2000 (gravi e persistenti violazioni di legge) a carico degli amministratori comunali di San Sebastiano al Vesuvio, una volta accertate le connesse responsabilità.

Ndr.
1.       Non conosco Michele Florino.
2.       Chi ritiene che io non sia legittimato ad ottenere una risposta può farlo,  pur adducendo le sue motivazioni.
3.       Il lettore non cerchi oltre lo scritto altri intenti perché , quantunque immaginabili o almeno supponibili, non animano chi scrive.

lunedì 18 aprile 2011

Sono di Sinistra. Aneddoti di un normotipo di sinistra.

(1)
Sono di sinistra.
… Cazzo ha detto di sinistra! Brutto Comunishta!

Primo ho detto di sinistra, secondo pur se fossi comunista , cosa avresti da recriminare, lo vieta la Costituzione?

No.

Dunque?

Eh ma se uno è comunistaaa … bhe è comunista.
(Reazione tipo , di un interlocutore tipo, tendenzialmente disinteressato alla vita politica , ergo Berlusconiano, attenzione non di destra , B e r l u s c o n i a n o !
Rivelare d’essere di sinistra , dalle nostre parti, provoca nell’interlocutore occasionale la medesima reazione che provoca la frase – Sono gay, sono lesbica, stupro le vecchie ottantacinquenni-(non che abbiano elemento morale alcuno di comunanza l’essere omosessuale e darsi alla violenza fisica su donnine attempate).

!)

(2)
Mi dà La Repubblica? Avete per caso ( sottolineo per caso con tono della voce sensibilmente diverso) l’ Unità’

Il giornalaio mi fissa attraverso gli occhialini, accenna un sorrisino donabbondiesco
Sghignazza, lecca il ditino grassoccio , la saliva s’impasta all’inchiostro e caccia una stropicciata Unità.

Grazie, esco.

Penso: Ma vaffanculo , sto democristiano di merda, col suo Panorama mi incarto le bomboniere di cristallo. Stronzo!

(3)
Chi hai votato alle scorse elezioni?
Partito democratico.

E te?
Fanno tutti scifo, tutti la stessa merda.

No forse non hai compreso, chi hai votato alle scorse elezioni?
Ma a chi vuo vutà , è tutto nu magna magna.

( Elettore forza italia-pdl , timoroso di rivelare la preferenza elettorale, motivo?
Ancora debbo comprenderlo, caro lettore, quando vi riuscirò potrò scriverci un saggio. )









lunedì 4 aprile 2011

L'affetto che dimostrate attraverso le tantissime letture è troppo per quanto merita questa scrittura mediocre , grazie ...

domenica 3 aprile 2011

L’Italia è un Paese di merda. Eppure io ancora credo.

Questo non è un racconto.
Il lettore perdoni un piccolo sfogo e sappia che anche io mi faccio destinatario di ciò che scrivo.

Oggi sono incazzato.
Anzi è un anno che sono incazzato. Incazzato nero.
E nessuno mi dica che non debbo esserlo. Mi incazzo quanto mi pare e piace.
Sono incazzato per colpa tua. Si tua. Tu che leggi.
Sei un porco di merda , stronzo qualunquista, pagnottista della prim’ora, neofascista improvvisato, finiano malandato, comunista scomunicato, liberista e consumista, faccendiere,sfruttatore, paraculo,mignottocratico di niente, marxista capitalista, berlusconiano col pisello lungo, non votante lamentoso, diciottenne malandato,cassintegrato compiaciuto, operaio diplomatico,cattolico scopatore e pluriammogliato , signorotta del cazzo, vip, nip e finto gay.
La colpa è tua se l’Italia è un paese di merda.
Dove stavi l’altro ieri, e ieri l’altro ancora?
Il cane doveva far pipì, m’aspettava il manicure per il viaggio alle Bhamas ,via Condotti pullulava l’altro dì, Versace ha gli sconti, dove vai tu al mare?, hai visto il nuovo mac? , ci vediamo al bar… com’ogni giorno dalle dieci alle ventitré,perché tu hai pagato? Io gli ho dato qualcosa così, grazie a Silvio io le tasse non le pago, io a sQuola non ci vado,sono troppo stanca … cinque ore al saloon , messinpiega e quattro mesch , come oggi … mai più!
L’altro ieri un ministro, rotto in culo e fascista sedicente , dallo scranno del palazzo urlava , sbraitando , perchè quattro manifestanti gli avevano rotto il cazzo; il governo s’è fermato perché al parlamento si votava la legge del padrone e i signori dell’emiciclo non avevano le pezze per coprire il culo del signore ; giù ,da noi, al meridione c’è  un’isola ch’esplode perché dei cristi con due soldi e quattro stracci cercan l’oro nel deserto, mentre su, da loro, al settentrione, sono pronti con le forche e i roghi per protegger la polenta , la pianura e il nebbione.
Ma tu eri al manicure o con il cane a pisciare , giocavi con il mac e preparavi le vacanze al mare.
Ebbene, io ti giuro, te lo scrivo e lo registro al primo notaio che mi passa sotto il naso,
se tra dieci anni mi ritrovo un ministro neofascista , un nano presidente, un castrista diplomatico, i cassintegrati nelle piazze e ancora i mal riusciti seguaci di Cattaneo …
ti raggiungo alle Bahamas , ti rompo il culo a Via Condotti , brutta vecchia rattrappita che ti credi ancor Bardot , amante di Dalì , nel salotto tappezzato d’una baldracca che si pensa altolocata per quel gusto finto bohemien.
Ti raggiungo fuori al bar , fosse anche a via Caracciolo , dove passi la tua vita con i soldi che non hai , il lavoro non ti piace e ti ripeti  soddisfatto … - i diritti non li ho , nelle piazze io non scendo , a votare non ci vado, tanto lì sò tutti uguali – te lo giuro , lo ripeto , io ti mando in Tunisia, Libia o Bangladesh e al posto del tuo culo flaccido ci metto un immigrato che con gli euri  che ti spendi alle scommesse della Sisal , si fa una vita dignitosa e al suo paese costruisce tre ville , quattro parchi e uno chalet .

L’Italia sta diventando un paese di merda, eppure io tengo ancora qualche idea che rimane sotto il grasso di un sistema ormai fottuto.
Credo nella Carta della Repubblica, nelle idee di Calamandrei  ; credo nelle parole del partigiano diventato presidente, trovo ancora la mia strada in un  articolo che parla del progresso materiale e spirituale della società (ndr. Art 4 Cost).
Se ti permetti di attentare a questa roba sacra ,te lo rigiuro , vengo li e ti spacco il culo.