domenica 29 gennaio 2012

Ti piace il mare?

-Non sapevo che odiassi il mare-
-Ho sempre odiato il mare-

Luca non lo sa, non può saperlo , è giusto che non lo sappia.
A dieci anni vidi per l’ultima volta il mare. Con mio padre.
Scendemmo da soli in spiaggia , c’era vento e il sole era nascosto dalle nuvole.
Facemmo il bagno lo stesso.
Papà s’arrampicò sulla scaletta che portava alla strada.
Tre colpi sordi.

-          Se vuoi andiamo via-
-          Non voglio, abbracciami-

Luca non sa che fino a qualche tempo fa non ricevevo abbracci.

***

Laura arriverà tra poco. I miei sono fuori stasera e ho ottenuto da mia sorella che mi lasciasse libera la casa. Quella stronza si è fatta pagare, in compenso m’ha aiutato a preparare la cena.
Papà m’ha prestato un portachiavi. Lo aveva con sè la sera del primo bacio a mia madre.
Ero indeciso se apparecchiare in soggiorno o in cucina. Ho optato per la seconda.
Prendo il vino bianco dal frigo. La bottiglia è gelata.
Sono le nove e inizio a tremare.
Cazzo!Controllati. Mi tremano i polpacci. Devo sedermi. E , mentre lo faccio, mi prende una fitta allo stomaco. Mi rialzo , mi guardo allo specchio, aggiusto il colletto della camicia…squilla il citofono…è Laura. Apro.

Ho le mani terribilmente sudate e quando arrivo davanti alla porta di Luca mi fermo per circa un minuto a fissarla. Tremo.
Con il tallone spingo sul tacco. Incrocio le gambe , mi mordo le labbra fino a sentire il sapore dolciastro del sangue. Poi appare Luca.

E’fottutamente bella. Devo essere diventato rossissimo. Vorrei baciarla ma non lo faccio.
Non è il caso , meglio pazientare.

Baciami..penso..baciami. No. Non m’ha baciata . Forse è meglio che non l’abbia fatto

Quando ci sediamo Laura insiste per aiutarmi. Non glielo consento.
Ho preparato il risotto ai funghi. Laura lo adora.
Glielo servo e stappo il vino.
Provo da sempre un inesprimibile piacere nell’attimo in cui il vino, naturalmente bianco, riempie il calice che diventa dorato e  il vetro s’appanna . Allora inizio a sognare.
Lei alza il calice , lo porta alle labbra, beve.
Potrei restare per ore a fissare il segno del rossetto sul vetro. A volte penso che sono queste le inafferrabili sensazioni che m’hanno fatto innamorare.

Vidi Luca per la prima volta in libreria. Era solo. Seduto al tavolino del caffè ,leggeva Pavese.
Aveva davanti a sé un tiramisù e una tazza di the.
Che tipo. Pensai.
Non riuscii a visitare nessuno degli scaffali. Presi un libro a caso e mi sedetti al tavolino di fronte al suo.
 S’alzò per posare la tazza vuota e si fermò a pochi passi da me.
-Devi essere appassionata di ornitologia- disse. Non capii poi guardai il mio libro:“Vita di coppia tra uccelli del sud America”.
Avevo pescato il volume sbagliato.

Faccio per alzarmi e servire il secondo ma Laura mi prende la mano.
Sono pietrificato.
-Lascia che t’aiuti- mi dice. Stavolta glielo concedo.
Insieme prendiamo il secondo e insieme ci risediamo.
Parliamo a lungo, poi un bicchiere di vino e poi parliamo ancora. Mi perdo e ne sono felice e tutto ciò m’inebria e mi delizia e penso che se morissi ora non sentirei dolore e sarei felice comunque.
Quando la cena finisce io l’abbraccio e ci stringiamo. E nella mia stretta sento i suoi fianchi e il profumo della pelle e le ultime fragranze della bottiglia finita che si  mescolano sulle nostre labbra.

***

Quella sera io e Laura facemmo all’amore  per la prima volta.
Di quelle ore ricordo il senso di sereno e d’eterno.
Ci giurammo che non sarebbe finita.
Quando guardo le foto di Laura non trattengo le lacrime e  faccio sempre attenzione a che Francesco non mi veda. Ha gli occhi attenti di sua madre.
Francesco era nato da due mesi e Laura aveva già perso tutti i capelli. Era ancora più bella , gli occhi erano sempre gonfi e rossi ,temeva di lasciarci soli.
Ciò accadde la mattina di un martedì. Ero all’università, avevamo entrambi deciso di continuare gli studi, decidemmo di farlo per noi e per nostro figlio. Quando mi chiamarono corsi in ospedale.
Laura aveva lo sguardo appannato. Gli occhi erano aperti per metà, faticava a respirare.
Mi accostai al letto e la fissai. Lei mi riconobbe e mi prese la mano.
Aveva ormai poche forze.
Avevo conosciuto Laura solo un anno e mezzo prima e già la stavo perdendo. Le stavo stringendo la mano per l’ultima volta , lei lo comprese subito, io l’avrei appreso solo dopo l’ultimo bacio.

-          Ricordo quel che mi dicesti la prima volta che ci parlammo … “sono una persona strana, sappilo”… fu per quello che mi innamorai di te, perché eri strano… anche la mia vita è stata  strana , tutto è stato tremendamente strano in questi vent’anni…e ora me ne vado, hai ventun’anni e hai un figlio … e ora baciami , fallo … e bacia Francesco , abbraccialo forte perché non avrà madre -

La baciai. E tacqui.


***

-          Francesco , vieni qui!Siediti , hai tutte le scarpe sporche di sabbia-
Lo prendo sulle mie gambe.
-          Qualche anno fa ero seduto qui con la mamma-
Sembra indifferente alle mie parole, guarda dritto davanti a sé, con gli occhi spalancati e sorride.
-          Ti piace il mare?-
-          Si papà, tanto-

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