Quando mi chiedevano se mi piacesse il rock rispondevo con un secco no.
Ho passato molti anni ad inarcare sopracciglia, alzare le spalle e ribadire no sbuffati a labbra semi chiuse.
Mai tante spiegazioni eppure mi convincevo con disumana facilità. E no bastava.
Le serie tv? Le serie tv le guardi? Mi chiedevano. E io rispondevo con uno sbiascicato no.
Semplice , innocuo, presuntuoso.
Eppure un ragazzino che si pensa ragionevolmente intelligente non si accontenta di un no e basta. Ma era così, è stato così per circa vent’anni.
Vent’anni di prime impressioni.
Spingersi oltre la crosta di qualcosa che potesse sembrare seminuovo o diverso dall’universo che mi ero costruito intorno e in cui regnavo incontrastato mi sembrava abominevole, oltraggioso , a tratti sacrilego.
Non esiste altra ragione che la tua. Non esistono altre prospettive che quelle che credi di possedere e magari effettivamente possiedi ma addomestichi a mò di sapere universale. Non esiste altro nella mente e nel petto di chi ha vissuto per un bel po’ infarcito di troppe convinzioni.
Il corpo, gli abiti, lo sport, il cinema,la vita sociale,la vita.
Il meccanismo è semplice, disarmante.
Ogni porta resta sistematicamente chiusa. Ogni percorso nuovo sbarrato.
Niente nella mente e nel cuore, perché niente penetra. Restano soffocati in una prima impressione interminabili viaggi ed emozioni non indagate. Restano intrappolate in un battito di ciglia e rimangono lì fino a quando scopri di essere diventato nient’altro che la prima impressione di te stesso.
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