Dell’amore non s’esaurisce il tormento,
all’amore ancora dono il mio pianto.
Oggi che bianchi ho i capelli cerco perdono per le mie colpe.
Oggi che alla mente più non chiedo ragione m’affido , col vigore d’un vecchio morente , al mio cuore.
Sento, Adele, solo il profumo delle lenzuola da poco lavate, nelle narici penetra l’odore del campo che circonda la casa , trovo nei ninnoli impolverati della scrivania la ragione di questo giorno. Niente più è concesso a un vecchio che muore.
Vedo dalla mia finestra le giornate degli altri e cerco in essi ristoro. Non conosco altro che queste mura da quando la carne ha ceduto. Impreco , più non credo.
Non conosce più vita un vecchio che muore.
Questa mattina è venuta una donna, spacciandosi per nipote mia , l’ho mandata a casa sbraitandole dietro, non l’ho vista che nelle Pasque e i Natali . Non merita il mio tempo, il mio tempo si fa breve e Iddio solo sa quante altre ore avrò per pisciarmi addosso e sputare saliva.
Trovo pace nel ricordo.
L’altra notte t’ho sognata, eravamo in Versilia e tu mi baciavi. Ho sognato le tue carezze e le tue mani morbide sui miei palmi ruvidi e per la troppa emozione ho fatto pipì a letto. E’venuta quella badante polacca che m’hanno messo vicino. L’ho schiaffeggiata fino a che non ha pianto. Così mi sono riaddormentato nel piscio.
Vorrei tanto fumare ma non me lo concedono. Poveri illusi , cosa può fare un po’ di tabacco a un vecchio morente.
Ti ricordi come c’amavamo? Eri bellissima. Eri bellissima anche da morta.
Il bianco a tratti violaceo della tua carne cadavere creava un connubio indicibile con l’acciaio del tavolo deve eri adagiata. Ti toccai il braccio e la morte mi pareva lontana.
Tu sei morta nel fiore degli anni , io mi sono trascinato mendicando all’Eterno qualche attimo di troppo.
Amami , solo tu puoi farlo perché conoscesti l’uomo che ero prima che iniziassi a morire. Torna nei miei sogni e raccontamelo,anche io ne ho perso il ricordo. Amami , solo tu puoi farlo , fui l’ultimo visto dai tuoi occhi, baciato dalle tue labbra, sfiorato dalla tua carne. Prego il Signore di trovare con te dimora. Può uno storpio e vecchio bevitore , per giunta poeta , trovare pace dopo i suoi giorni?
E’ venuto un medico, tenta di vistarmi con quegli aggeggi infernali ma non glielo consento. Non aspetto che te, Adele.
Sento il sudore sulla fronte e le mani farsi gelide, sento i muscoli intorpidirsi, le braccia dolenti e un dolore assordante e cieco , immaginavo più dolce la morte. Non hanno rispetto. Urlano perché muoio, li maledico , non gli manco che adesso , aspetto di diventare altro. E mi tormento.
Mi ami ancora, Adele?
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