Quella mattina di Agosto Napoli era ardente. Un caldo infernale
avvolgeva ogni cosa e, tra le tante, avvolgeva anche me.
Dormii bene durante la notte, avvertivo una pacata adrenalina senza
troppi sussulti: la verità è che mi sarei reso conto della partenza a due passi
dall’aereo.
Quella mattina mia nonna era emozionata e trattenne con tanta
difficoltà le lacrime, mia madre pure.
Ricordo i giorni prima della partenza come momenti di grazia assoluta
e cristallina, di gioia e serenità; giornate intere trascorse con gli amici di
sempre: mi sentivo amato.
In volo scrissi tanto. La moleskine che mi avevano regalato mi sarebbe
stata compagna fedele nei primi quattro mesi della mia permanenza in Francia.
Dopo quattro ore dall’atterraggio a Parigi arrivammo a Clermont.
Conservo ancora il ricordo dell’atmosfera ovattata e surreale da cui fummo
accolti, i fiori di place Gaillard e il caffè terribile che bevvi nel primo bar
a portata di mano per poter svuotare la vescica alla toilette.
Dopo mille tentativi al numero sbagliato, riuscimmo a contattare i
nostri salvatori.
Ludo, Cecile e Charline arrivarono nella piazza con due piccole
macchine, da una di queste spuntava la testa di un cane bellissimo, un leone di
nome Iago.
Sbarcammo a casa di Flora la sera del 28 Agosto stanchi e affamati,
tutto ci era estraneo, tutto ci sembrava minaccioso ma insieme dolce. Dal
balcone del suo salone vidi per la prima volta, quella sera, i pinnacoli della
cattedrale di Clermont. Mangiammo un piatto di pasta al ketchup e parmigiano:
la migliore accoglienza per due studenti partenopei in Erasmus.
Seguirono giorni surreali, giorni di prime volte assolute; il timore
di non trovare una casa e la gioia inesprimibile della prima pizza cotta nel
forno, il primo bottellon sotto l’effige severa di Vercingetorige a place de
Jaude, i primi spagnoli e le prime birre dello Still, le prime parole in
francese: come si pronuncia? Ah bouuuuuré? Ma con l’accento? Santé! Oh, mon
Dieu je suis pompette! Mamma, qui è tutto diverso, ci sono fiori ovunque e la
città è pulita! Quando ti possiamo venire a trovare?
E poi la coinquilina francese e la ratatouille e i corsi all’Università
da restare a bocca aperta e le crepes salate e Lione e Parigi.
Porto nel cuore la faccia bizzarra di Ion, i drink di Lola e Ines, la
bontà di Jonathan, l’incomprensibile slang delle Irlandesi e la follia delle
Inglesi, il riserbo dei Cechi e l’affascinante concezione del mondo tutta
tipica del popolo francese.
Prima di partire scrissi e mi ripromisi di conservare ogni notte, al
caldo del mio cuscino, le chiavi dei cassetti che custodiscono gli infiniti
universi di cui la mia vita in Italia è padrona; l’ho fatto ogni sera, con
tenacia e tenerezza, accarezzando i ricordi e le passioni che mi legano a
questa terra e ai miei affetti più cari, amandoli ogni giorno di più.