Quello di stasera non è un racconto come tanti, come gli altri di questo blog.
Sono questi i pensieri di una giornata verbosa , di quelle giornate che qualcuno direbbe : sembrano non voler finire. Non so perché, forse per istinto o forse per troppo trasporto ,è questa una di quelle giornate che sembrano parlare direttamente alla storia.
Qualcuno ha detto che dalle parti nostre non ci si annoia mai, ecco ,caro lettore, ciò è verissimo.
Pensate al “culo assurdo” di vivere in Italia, il che di per sé è tutto dire; viverci ai tempi di Berlusconi, esperienza umana incredibile!;e per di più vivere ai tempi di una delle più grandi crisi , politiche ed economiche,dal dopoguerra (cazzo! Tutte a me dovevano capitare!!)
Ebbene , nonostante ciò, dai discorsi all’università e per le strade, nel pullman e alla televisione , ho capito che “da noi” esiste un modo tutto singolare di vivere gli eventi, ho capito che non esistono solo 70 milioni di commissari tecnici, ma anche 69.999.999 politici, deputati, senatori,sottosegretari … e via con le rappresentanze politiche …perché nel Bel Paese (non intendo il formaggio, per carità), ogni vecchia ,nel profondo della sua coscienza , pur non ammettendolo ,si ritiene capace cento volte di più rispetto al ministro dalla “evve moscia”, perché tutte le casalinghe hanno un innata capacità diplomatica,e tutti gli uomini da bar e punto Snai sanno che si campa all’insegna del “do ut des” (tu me raje cocc cos a me e ij te rong cocc cos a te”, che è caput et fundamentum della politica d’ogni tempo.
Proprio per questo, o forse no, forse perché la televisione è un parente acquisito e se la fiducia si potesse votare con il televoto estingueremmo il debito pubblico , con tutti gli euri che useremmo per chiamare, il giorno della sfiducia (sono convinto che così ce lo ricorderemo, comunque andrà)ha lo stesso appeal della finale di Sanremo, della finale del GF;una grande festa di piazza o , per chi preferisce, una prima alla Scala.
Tutto avviene secondo un canovaccio consumato, ma che affascina e ammalia;le tappezzerie rosse e le rifiniture dorate, le urla e i pettegolezzi, i giornalisti e le loro stronzate, la conta infinita. Ci sono proprio tutti nella commedia dell’Italia che finisce, che pensa di andare chissà dove ma ritorna, dei deputati che come “verginelle”trovano riparo sotto la casacca del buon pastore. E’l’Italia delle vajasse e delle mignotte, delle prostitute in parlamento(senza offesa alle donne che decidono liberamente di farlo per mestiere).
Ma è proprio questo ciò che ci piace, se ci mettessero un orchestrina con due tricchebballacche sarebbe,forse, ancora meglio. Eppure tra una strombazzata e l’altra, una vajassa e un fascista, qualcosa và cambiando. I deputati si contano, alcuni aspettano ,altri decidono, c’è chi si rifà il trucco, e mentre gli Italiani vanno a dormire , la notte più lunga della Repubblica ha inizio.
P.S. Ai 69.999.999 di politicanti presunti che ho considerato manca uno per raggiungere i 70, bhè si tratta del presidente del consiglio, ho pensato che dopo 16 anni potesse bastare
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