Tra gli ultimi sbuffi della rovente cenere
si perde romito il pensiero della sera,
si posa tra superstiti rivoli d’un fuoco sbiadito,
s’arena tra i ricordi abbandonati
sul tavolo nodoso del tinello
dalle mani d’un bambino.
Non voglio gli affanni della festa.
Lasciatemi qui
a giocare col
fanciullo
che aspetta Natale.
Ciao.
RispondiEliminaSono alla prima visita sul tuo blog, e non ho ben chiaro come io sia arrivato proprio a questi versi, ma ne rimango colpito per il tema della festa-affanno, per il desiderio di disimpegno che traspare nella seconda strofa, dopo le immagini che si erano alternate nella prima.
Un saluto.
Carmine
ANCH'IO SCRIVO, LA SCITTURA E' IL MODO MIGLIORE PER COMUNICARE
RispondiEliminaquello che scriviamo è quello che rimane di noi in eterno e non possiamo non lasciarlo a chi viene dopo di noi
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